Nel 2021 in un discorso alla Diocesi di Roma Papa Francesco ha evidenziato che come si parla di “Chiesa costitutivamente missionaria” e di “Chiesa costitutivamente sinodale”, si dovrebbe parlare di “Chiesa costitutivamente diaconale”. Con lo sguardo rivolto a tutti, soprattutto a chi è rimasto fuori, a chi si sente escluso. Uno dei prossimi eventi di questo Anno Santo è proprio il Giubileo dei diaconi, dal 21 al 23 febbraio. Nel mondo, i diaconi permanenti sono quasi 47 mila, nel nostro Paese ce ne sono 4800 e sono presenti in quasi tutte le Diocesi. In Italia circa l’87% è costituito da diaconi coniugati. Quasi il 72% esercita il ministero prevalentemente nelle parrocchie. Molti diaconi sono al servizio di parrocchie dove non risiede più il parroco. Solo poco più del 14% svolge un servizio a tempo pieno. “Sul nostro impegno a servizio delle comunità, bisogna subito constatare che un buon percorso è stato fatto e si stanno aprendo nuove ed interessanti prospettive”, sottolinea Enzo Petrolino, presidente della Comunità del Diaconato in Italia. “Purtroppo – aggiunge – si tratta di iniziative non sempre omogenee davanti alle quali il ministero stesso corre il rischio di essere primariamente forgiato secondo un bisogno pastorale contingente anziché in coerenza con la sua dimensione originaria. Quella, cioè di un servizio capace di avvistare i lontani e i poveri ma anche di aiutare la comunità cristiana ad avvistare Gesù nei poveri e nei lontani, mentre bussa alle nostre porte attraverso di loro. È importante valorizzare la ricchezza delle diversità in un’ottica di corresponsabilità, in modo da trovare insieme ulteriori spazi di impegno e soprattutto sostenendo progetti a favore dei poveri, dei profughi, del pianeta e della pace”.
Con un atteggiamento costante di accoglienza, vicinanza e servizio che diventa stile di vita. Nelle comunità locali i diaconi sono un grande aiuto per sacerdoti, suore, missionari, volontari nel realizzare segni concreti e tangibili di solidarietà con i più poveri. Come i 18.600 interventi finanziati dal 1991 in 108 Paesi per 2,6 miliardi di euro grazie a quanti destinano l’8xmille alla Chiesa cattolica. Coristi dunque, non solisti, capaci di lavorare insieme con arricchimento reciproco. Come testimonia Clara, moglie del diacono Claudio: “da poco abbiamo festeggiato 50 anni di matrimonio. Ci siamo conosciuti in parrocchia e abbiamo continuato a lavorare in soprattutto in comunità con i giovani e i loro genitori. Abbiamo due figli. Siamo nonni di sei nipoti. Pur essendo sempre stati impegnati in parrocchia, quando è stato chiesto a Claudio di iniziare il cammino del diaconato, io mi sono opposta pensando che questa proposta come coppia ci avrebbe diviso, visto che eravamo già molto impegnati sempre insieme. Ma il Signore, se ti affidi e ti fidi, ti spiana la strada azzerando tutte le difficoltà. Per otto anni abbiamo dedicato parte delle nostre ferie per fare anche l’esperienza di missione. Siamo stati in Perù a Lima nord, nella Diocesi di Carabayllo. È stata un’esperienza fantastica. Siamo andati per portare invece abbiamo ricevuto tantissimo”.
Anche Umberto ci racconta della ricchezza del suo servizio diaconale.
“Sono un diacono permanente e svolgo il mio servizio nelle Filippine, sull’isola di Palawn, Vicariato di Puerto Princesa. È una zona nota come l’ultima frontiera delle Filippine per il suo ambiente incontaminato con una rigogliosa foresta vergine. A causa del suo isolamento e dell’assenza di reti stradali è rimasta economicamente povera ed è difficile raggiungere la maggior parte delle comunità tribali indigene. Il compito che mi è stato affidato è quello di lavorare con queste popolazioni, in particolare pescatori e contadini, per un loro sviluppo integrato con un team ben preparato e supportato da un sacerdote, padre Riccardo che è un sacerdote esperto. Arrivato da Manila da qualche anno, mi ha raccontato che misurava la distanza per raggiungere uno dei villaggi più sperduti in base al numero di volte in cui si feriva la testa sbattendo contro il soffitto di una vecchia jeep! Oggi io vivo giornalmente viaggiando, ma è anche un viaggio di fede che mi aiuta a rendermi conto che in mezzo alle sfide devastanti della vita, la speranza è sempre possibile. Ringrazio quelle persone che sono ormai miei compagni in questo viaggio e ringrazio di vero cuore quanti vivono la mondialità pur non essendo qui, ma ci sono accanto con la preghiera e la solidarietà”. Storie e testimonianze di un servizio che – come ha ricordato lo scorso anno Papa Francesco parlando sempre alla Diocesi di Roma – “rifiuta ogni astrattezza: servire vuol dire essere disponibili, rinunciare a vivere secondo la propria agenda, essere pronti alle sorprese di Dio che si manifestano attraverso le persone, gli imprevisti, i cambi di programma, le situazioni che non rientrano nei nostri schemi”.
Diaconi, a servizio delle comunità
Scritto il 18/02/2025
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In vista del Giubileo dei Diaconi, dal 21 al 23 febbraio, il punto sui progetti realizzati nelle comunità di tutto il mondo: 18.600 interventi finanziati con i fondi dell'8xmille, dal 1991, in 108 Paesi per 2,6 miliardi di euro.