Dal 16 gennaio arriva a Roma, per la prima volta in Italia, “Bernadette de Lourdes”, il musical che, con il suo linguaggio moderno e universale, racconta la vera storia della ragazza francese Bernadette Soubirous. La versione italiana sarà in scena dal 16 gennaio al 16 febbraio all’Auditorium Conciliazione di Roma, per poi proseguire l’8 marzo al Teatro PalaPartenope di Napoli, il 15 e il 16 marzo al Teatro Team di Bari e il 28, il 29 e il 30 marzo al Teatro Alfieri di Torino. Ambientato nel sud-ovest della Francia nell’Ottocento, “Bernadette de Lourdes” narra la straordinaria storia di una quattordicenne che – pur vivendo nella famiglia più indigente del paesino francese in condizioni difficili, di analfabetismo e di estrema povertà – diventa una figura capace di ispirare ancora oggi milioni di persone. Una storia che va oltre il credo religioso e che racconta il coraggio e la forza d’animo di chi vive ai margini della società, celebrando la capacità di resilienza di una giovane donna che, nonostante le avversioni e le pressioni del mondo, rimane fedele a se stessa. Il musical, inserito nel cartellone ufficiale del Giubileo, affronta temi universali che parlano a tutti, in particolar modo ai giovani che potranno riconoscersi nella protagonista, un’adolescente che dimostra che, anche chi sembra non avere voce, può influenzare profondamente la società. Nella versione italiana la giovane Bernadette è interpretata da Gaia Di Fusco, mentre David Ban veste i panni del padre e Chiara Luppi quelli di Louise Casterot Soubirous. Fabrizio Voghera è l’abate Peyramale e Christian Ruiz interpreta il commissario Jacomet. La regia e il libretto sono di Serge Denoncourt, con musiche composte da Grégoire, i testi sono scritti da Lionel Florence e Patrice Guirao, l’adattamento e la traduzione è a cura di Vincenzo Incenzo. Scenografie, costumi e arrangiamenti sono curati rispettivamente da Stéphane Roy, Mérédith Caron e Scott Price. Prodotto da Éléonore de Galard e Roberto Ciurleo e da Gad Elmaleh e Fatima Lucarini, il musical si basa esclusivamente su documenti autentici e verbali dell’epoca. La produzione esecutiva è di Coesioni. Inoltre, nel 2026 il film dello spettacolo originale francese arriverà nei cinema di oltre 100 Paesi e il musical approderà a Broadway, negli Stati Uniti. Del musical parliamo con la produttrice Fatima Lucarini.
Che cosa ci dobbiamo aspettare da questo spettacolo?
Acclamato per la sua alta qualità artistica, lo spettacolo è entrato a pieno titolo nella tradizione dei grandi musical francesi come “Notre Dame de Paris” e “Les Misérables” grazie alla sua trama intensa, alle musiche e alle scenografie immersive che dalla sua prima rappresentazione nel 2019 hanno conquistato spettatori di ogni età, origine e fede. Uno spettacolo meraviglioso, curato nei dettagli per quanto riguarda la scenografia, le musiche. La chiave del successo di questo spettacolo è che i testi si basano sugli atti ufficiali degli interrogatori che subì Bernardette al tempo delle apparizioni. Il regista Serge Denoncourt, che si professa ateo, non voleva dirigere il musical perché diceva di non credere a questa storia. Quando gli hanno fatto leggere il classico libretto scritto a penna – conservato nell’archivio del santuario di Lourdes – in cui venivano riportate le domande che il commissario fece a Bernardette e le risposte della ragazza, il regista si è innamorato di Bernadette e ha detto: “Questa ragazzina non è una bugiarda, ha sempre detto la verità, ha visto qualcosa”. Bernardette, infatti, non si è lasciata intimorire dai potenti dell’epoca, lei era una donna, giovanissima, aveva tra i 13 e i 14 anni, non si sapeva neppure l’età precisa, non sapeva leggere né scrivere, era ignorante, la sua famiglia era considerata niente, erano poverissimi, non avevano niente da mangiare e andavano a raccogliere quello che trovavano per far mangiare la famiglia. Malgrado ciò, Bernardette ha tenuto testa di fronte a tutti, al parroco, ai grandi dell’epoca. Allora le donne non erano considerate molto, per di più era una ragazzina, ignorante, con un caratteraccio. Era molto diretta e rispondeva per le rime. Ha parlato di “aquerò” che nel dialetto vuol dire “quella là”, l’ha descritta vestita di bianco, la cintura azzurra, le rose gialle ai piedi, con la corona del Rosario in mano.
Una ragazzina che, con la sua testimonianza, ha trasformato un paesino sperduto in mezzo ai Pirenei in una delle più grosse mete di pellegrinaggi.
Chi ha fede come me crede nei miracoli di Lourdes, recentemente è stato confermato ufficialmente il settantunesimo miracolo. Ma la cosa bella di questo spettacolo è proprio la figura di Bernadette. È l’esempio che questa ragazzina offre a tutti, grandi, ma giovani soprattutto, cioè il coraggio di portare avanti le proprie convinzioni, di non arrendersi al primo ostacolo. Ecco, questo è un messaggio per tutti, anche a prescindere dalla fede.
Il musical lo può apprezzare quindi anche un non credente?
Sì, la cosa importante in questo spettacolo è la storia di Bernadette, ambientata nel contesto storico in cui lei ha vissuto: il musical si basa, esclusivamente, sugli atti ufficiali dell’interrogatorio. Per un credente Bernardette ha visto la Madonna, per un altro sarà uno spettacolo bellissimo, che racconta un’epoca precisa, con un’indagine poliziesca. In Francia il musical ha avuto grande successo. Sappiamo benissimo che la Francia è un Paese laicista ed erano molto prevenuti, invece lo spettacolo ha avuto un successo clamoroso. Ci sono stati anche musulmani ed ebrei che sono andati a vedere questa storia apprezzandola.
Il musical è inserito anche nel cartellone del Giubileo?
Sì, è stato inserito tra gli eventi ufficiali del Giubileo. Prima di inserirlo abbiamo mostrato una ripresa realizzata da Canal Plus alla prima di Parigi. È venuto un film meraviglioso a cui abbiamo messo i sottotitoli in italiano e l’abbiamo presentato il 6 febbraio scorso, nella Filmoteca vaticana, a cardinali, capi Dicastero. Così veramente si sono resi conto della bellezza dello spettacolo. La versione italiana è identica a quella francese.
Nella versione nostrana tutti gli artisti sono italiani?
L’unico artista non italiano è il papà di Bernadette, che è lo stesso che ha fatto il papà della ragazza nello spettacolo in Francia. Si chiama David Ban, è francese, è stato bravissimo a imparare l’italiano e interpreta il ruolo di Bernard. L’attore era talmente innamorato di questa storia che quando i produttori francesi gli hanno detto che avrebbero realizzato una versione in italiano del musical e gli hanno chiesto se volesse interpretare il padre di Bernardette anche in italiano ha risposto subito di sì.
Chi sarà Bernardette nel musical in Italia?
Gaia Di Fusco, una giovane cantante di 23 anni. È molto brava, ormai è entrata nel ruolo di Bernadette, anche se per una giovanissima non è semplice calarsi in un’epoca così diversa e in un ruolo così particolare. Ero presente quando per la prima volta Gaia ha indossato i panni di Bernadette. L’ho vista un attimo perplessa, poi, però, si è appassionata a questa storia e ha capito anche l’unicità di questo personaggio, che può essere veramente di grande esempio per i giovani. Gaia dice che per i giovani come lei Bernardette è una testimone di forza, dignità, che ha il coraggio di lottare contro tutti. È un bellissimo invito per tutti i giovani.
Qual è il messaggio forte di questo spettacolo?
Una bellissima storia d’amore!
Io dico che tutte le storie dei santi sono bellissime storie d’amore, perché offrono un messaggio di grande speranza. E ci insegnano che in questo mondo nessuno è indispensabile, ma tutti siamo importanti, cioè ognuno di noi può veramente cambiare le sorti del mondo.
Com’è nata l’idea originaria di fare un musical sulla storia di Bernardette?
Éléonore de Galard e Roberto Ciurleo sono i due produttori francesi. Stavano facendo le prove per Robin Hood, un grosso musical che avevano messo in scena, vicino a Lourdes. La nonna di Roberto Ciurleo, di origine italiana ma francese, ha sempre pregato per lui la Madonna di Lourdes. In un giorno di pausa dalle prove ha pensato di andare alla grotta di Lourdes, dove non era mai stato, per fare la classica foto con il cellulare e mandarla alla nonna. La socia Éléonore, altri attori e altri tecnici si sono uniti a lui. Così si sono trovati a novembre a fare questa visita alla grotta. Ad un certo punto, Ciurleo si è girato e ha visto chi piangeva, chi pregava, tutti – anche di fedi diverse – rimanevano colpiti da quel luogo. Sulla via del ritorno gli hanno chiesto la storia di Bernadette e Roberto ha raccontato quello che gli aveva detto la nonna. La socia gli propose un patto: “Se andrà bene Robin Hood, vorrà dire che il prossimo musical sarà su Lourdes”. Robin Hood ha avuto un successo pazzesco. Quando le repliche del musical sono finite, si sono detti: “Abbiamo fatto una promessa, portiamola avanti”; ma, pur essendo conosciutissimi in Francia, tutti li prendevano per matti per voler realizzare un musical su Lourdes. Dicevano: “Nessuno qui ci crede. Butterete un sacco di soldi, vi troverete nei guai”. Alla fine, ci hanno messo 10 anni per trovare investitori che credessero in questo progetto. Come regista volevano Serge Denoncourt, con cui avevano lavorato, che è un genio, una persona fantastica, ma non è credente ed era scettico del progetto finché non gli hanno fatto leggere gli atti ufficiali e lui si è innamorato di Bernadette. All’inizio non è stato facile. I primi spettacoli sono stati proprio a Lourdes. Gli stessi abitanti dicevano di conoscere la storia, nessuno sarebbe andato a vedere il musical, tutti cercavano di dissuaderli. Venne una giornalista di Le Monde, quando fecero la prima a Lourdes, per demolire lo spettacolo. Invece, dopo averlo visto, è tornata a Parigi, ha scritto tre pagine su Le Monde esaltando il musical in tutti i sensi. Dopo Lourdes, lo spettacolo è approdato a Parigi e poi in tutta la Francia, con 400.000 spettatori. Ma nelle intenzioni dei produttori c’era già l’idea di portare il musical in Italia, visto che moltissimi pellegrini a Lourdes sono italiani.
Come vi siete conosciuti?
Li ho conosciuti l’11 febbraio 2018 perché mi trovavo a Lourdes e mi hanno parlato del loro spettacolo, che ha debuttato in Francia all’inizio del 2019. In Italia anche doveva arrivare molto prima in Italia, ma poi c’è stato il Covid e si è bloccato tutto. Ma nulla avviene per caso e il musical approda in Italia proprio nel periodo del Giubileo. Vincenzo Incenzo ha saputo rendere benissimo il testo in italiano dal francese ed è venuto un capolavoro. Poi abbiamo un cast eccezionale, sono 18 persone, ognuno contribuisce all’opera con grande bravura. Invito tutti a venire a vedere il musical perché è una storia bellissima, stiamo facendo anche promozioni per i giovani, ma
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