Come Zaccheo il pubblicano
non mi sono sollevato da questa vile terra
sull'albero della sapienza,
per la tua contemplazione divina.
La piccola altezza spirituale
non è cresciuta in me con le buone opere,
al contrario, ha continuato a diminuire
fino a farmi tornare al latte dei bambini.
Ancora, prendendo la parabola di prima,
sono salito sull'albero del corpo perverso
in vista dell'amore terrestre al buon gusto,
come pure Zaccheo sul fico.
Da lassù, grazie alla tua parola potente
fammi scendere in fretta come lui;
vieni a stare nella casa della mia anima,
e, con Te, il Padre e lo Spirito Santo.
Fa' che il corpo che ha fatto torto alla mia anima
le renda quattro volte in servizio,
e dia la metà dei beni corporali
al mio libero arbitrio impoverito,
affinché secondo la tua parola di salvezza a lui rivolta,
diventi degno di ascoltare la tua voce,
essendo anch'io figlio di Abramo,
seguendo la fede del Patriarca.