Lunedì 21 Ottobre : San Gregorio Magno

"L'empio si consuma di affanni in tutti i suoi giorni" (Gb 15,20). Gli eletti stessi non sono al riparo dall'orgoglio in certi loro pensieri ed anche nelle azioni. Ma siccome sono eletti non dovrebbero fare i superbi ogni giorno, prima della fine della vita, trasformano il loro cuore che dal vizio passa al timore nell'umiltà. L'empio, invece, non passa un sol giorno senza superbia, poiché finisce la vita senza ritrarsi un istante dal vizio. Il suo sguardo cerca da ogni parte ciò che fiorisce nel tempo e non considera dove sta andando per l'eternità. E' nella vita della carne che pone la sua fiducia e attribuisce lunga durata a ciò che possiede sul momento. Il suo cuore si stabilisce nel vizio ed ogni prossimo è disprezzato. La repentinità della morte che avanza silenziosamente, lui mai l'immagina; sull'incertezza della felicità, lui mai riflette. Uno sguardo sull'incertezza di una vita fugace, e non confonderebbe mai il certo e l'incerto. Di qui ancora una saggia parola: "E' incerto il numero di anni della sua tirannide" (Gb 15,20) (...) Poiché la vita presente è sempre incerta, la morte che silenziosamente avanza deve sempre essere temuta, lei che mai può esser prevista. (...) D'altra parte, se il creatore ha voluto che sia nascosto il giorno della nostra fine è perché nell'incertezza del momento della morte ci trovassimo sempre pronti a morire.